Sabina Meyer
A VOCE NUDA
Aforismi vocali
Queste brevi note, alla maniera dell’aforisma, sono emerse in questi anni passati con il canto, sia in veste d’interprete, sia di docente.
L’approccio è intuitivo, si lascia guidare dall’oggetto che studia e grazie a esso scopre e trova risposte.
Inaspettate, contradditorie.
Ed è proprio questa la natura del canto: l’arte della contraddizione. Il canto fa dialogare istinto e intelletto, spirito e materia.
Cantare implica un autocontrollo passivo.
Le osservazioni riflettono la mia esperienza nell’ambito della musica contemporanea, accademica e non, della musica d’improvvisazione, della sound poetry e del canto barocco: ambiti apparentemente lontani tra loro che però trovano un filo conduttore grazie ad un’attitudine che combina istinto, improvvisazione e tecnica.
Quest’indagine, infatti, prende le mosse dalla tecnica classica, ne spiega il funzionamento e l’efficacia per essere poi trasposta in stili e pratiche sonore diversissime. La scoperta che facciamo è che più è solida la nostra base strutturale – che implica la calma del corpo e della mente – più la nostra voce, il nostro estro sapranno involarsi liberamente, attingendo a possibilità di colore espressivo inusitati.
Qui la voce vuole innanzitutto far cantare il corpo, far emergere il suono, trovare il chiaro scuro.
Tra urlo belluino e soave sospiro.
«È il corpo che canta, non noi». In varie parti del testo di Sabina Meyer questo corpo è una sintesi, anzi: una connessione, tra fisicità, intellettualità e spiritualità. Dove comincia l’una e dove si accede alle altre non è detto. Forse, anzi sicuramente, il motivo è che in Meyer uno stacco non c’è tra queste facoltà del corpo che canta. Lo capiamo quando questa chanteuse è in scena. Anche se può interessare, come un’indagine su un caso intricato, cercare di scorgere i momenti delle sue performances in cui le facoltà sono distinte. Dove una prevale sull’altra. Non ci sono forse concentrazione «speculativa» e estasi mistica allacciate allo spasimo fisico nel corso delle improvvisazioni radicali di Meyer, anche quando il quadro d’insieme è assai agitato? E non ci sono un lirismo trasognato e una sensualità dichiarata insieme all’analisi dei testi di Scelsi, considerati esoterici e forse a torto? Quanto alla Sabina Meyer che si dedica alla musica antica, il suo Monteverdi è tanto spirituale quanto fisico e mentale, così che ne abbiamo una versione non calligrafica, non archivistica, non manierata di melodismi esagerati.”
Mario Gamba, 2016
Indice
Prefazione
Premessa
Introduzione
I L’arte della contraddizione
II Verità e artifizio
III Estasi
IV Radice
V Chiaroscuro
VI Dall’ urlo belluino al soave sospiro
VII Pensiero
VIII Parola
IX Testo
X Intenzione
XI Il sé
XII Verosimiglianza
XIII Non fare
XIV Nuca
XV Immissione
XVI Apollineo. Dionisiaco
XVII Drammaturgia
XVIII Cesura d’espressione
IXX Stato di salute
XX Articolazione
XXI Stile
XXII Intervalli
XXIII Improvvisazione
XXIV Energia
XXV Sorriso
XXVI Orecchio
XXVII L’orecchio destro
XXVIII Albero
XXIX Lingua
XXX Madrelingua
XXXI Vocali, Consonanti
XXXII Ascolti
XXXIII Non ascoltare
XXXIV Colonna
XXXV Flusso d’aria
ASCOLTI
LETTURE
INTERVISTA
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